La vera semplicità e nudità della vita dell'uomo nelle età primitive implicavano questo vantaggio per lo meno: lasciavano l'uomo ospite della natura.
Ma ahimé gli uomini ora sono diventati strumenti dei loro strumenti. L'uomo, che quand'era affamato coglieva i frutti liberamente, è diventato contadino; e quello che, per riposare, si stendeva sotto un albero, è diventato il guardiano della propria casa.
Questo gettar via la maggior parte della vita umana guadagnando danaro per godere di una libertà piuttosto dubbia nel periodo meno prezioso dell'esistenza, mi fa ricordare quell'inglese che andò in India a fare fortuna per poi tornare in Inghilterrra a fare la vita del poeta.
...imparai che, se ognuno vivesse in semplicità e consumasse solo il proprio raccolto senza coltivarne più di quanto non ne mangi, o senza cambiarlo con un'insufficiente quantità di cose più costose o di lusso, basterebbe coltivasse solo poche pertiche di terra:
imparai anche che gli sarebbe più conveniente vangare invece arare coi buoi e scegliere di volta in volta un terreno nuovo invece che concimare quello vecchio, e che potrebbe fare i lavori della fattoria nelle ore libere dell'estate e con la mano sinistra per così dire, e in tal modo non sarebbe legato a un bue o a un cavallo, o a un porco o a una mucca, come egli è ora.
Andai nei boschi perchè volevo vivere con saggezza e in profondità e succhiare tutto il midollo della vita, sbaragliare tutto ciò che non era vita e non scoprire in punto di morte che non ero vissuto.
L'opinione pubblica è un tiranno molto debole, paragonato alla nostra opinione personale.
Ciò che determina o piuttosto indica il fato di un uomo è l'opinione che egli ha di se stesso.
...peggio di tutto, però, è essere negrieri di se stessi.
E' già abbastanza faticoso dover domare e coltivare pochi piedi cubici di carne umana.
Vesti il tuo spaventapasseri con il tuo ultimo completo e mettiti nudo accanto a lui: chi non saluterebbe lo spaventapasseri per primo?
Dico: guardatevi da tutte le imprese che richiedono abiti nuovi, invece che nuovi indossatori.
La nostra stagione di muta, come quella degli uccelli, deve corrispondere a una crisi della nostra vita.